I primi 10 consigli per entrare nella resistenza con la decrescita
1. Liberarsi dalla televisione
Per entrare nella decrescita, la prima tappa è prendere coscienza dei
propri condizionamenti. Il primo portatore di condizionamenti è la televisione.
La nostra prima scelta sarà di liberarsene. Così come la società dei
consumi riduce l’uomo alla sua dimensione economica – consumatore
-, la televisione riduce l’informazione alla superficie, l’immagine.
Media della passività, quindi della sottomissione, non smette di far regredire
gli individui. Per sua natura, la televisione richiede la rapidità, non
tollera i discorsi approfonditi. La televisione inquina al momento della sua
produzione, durante l’utilizzo e poi come rifiuto.
Noi le preferiamo la
nostra vita interiore, la creatività, imparare
a fare musica, fare ed assistere a spettacoli viventi…Per tenerci informati
abbiamo delle scelte: la radio,
la lettura, il teatro, il cinema, incontrare gente, ecc.
2. Liberarsi dall’automobile
Più che un oggetto, l’automobile è il simbolo della società dei
consumi. Riservata al 20% degli abitanti della terra, i più ricchi,
porta inesorabilmente al suicidio ecologico per la distruzione delle risorse
naturali (necessarie per la sua produzione) o per i diversi tipi di inquinamento
tra cui l’aumento dell’effetto serra. L’automobile provoca
guerre per il petrolio di cui l’ultima per data è il conflitto
irakeno. L’automobile porta anche come conseguenza una guerra sociale
che provoca un morto ogni ora solamente in Francia. L’automobile è uno
dei flagelli ecologici e sociali del nostro tempo.
Noi le preferiamo: il rifiuto
dell’ipermobilità. La volontà di
abitare vicino al luogo di lavoro. Camminare a piedi, andare in bicicletta,
prendere il treno, utilizzare i trasporti collettivi.
3. Liberarsi dal telefonino
Il sistema genera dei bisogni che diventano delle dipendenze. Ciò che è artificiale
diventa naturale. Come numero di oggetti della società dei consumi,
il telefonino è un falso bisogno creato apposta dalla pubblicità. “Con
la telefonia mobile, siete mobilitabili in un istante”. Assieme al telefonino
butteremo via i forni a micro-onde, le falciatrici a motore, e tutti gli oggetti
inutili della società dei consumi.
Noi preferiamo al telefonino la posta, la parola, ma soprattutto cercheremo
di vivere per noi stessi invece di cercare di riempire il vuoto esistenziale
con degli oggetti.
4. Rifiutare l’aereo
Rifiutare di prendere l’aereo, è prima di tutto rompere con l’ideologia
dominante che considera un diritto inalienabile l’utilizzo di questo
mezzo di trasporto. Però, meno del 10% degli esseri umani hanno già preso
l’aereo. Meno dell’1% lo utilizza tutti gli anni. Questo 1%, la
classe dominante, sono i ricchi dei paesi ricchi. Sono loro che detengono i
media e fissano le regole della società. L’aereo è il mezzo
di trasporto più inquinante per passeggero trasportato. A causa dell’alta
velocità, sballa la nostra percezione delle distanze.
Noi preferiamo andare
meno lontano, ma meglio, a piedi, sul carretto a cavallo, in bicicletta o in
treno, in barca a vela, con ogni veicolo senza motore.
5. Boicottare la grande distribuzione
La grande distribuzione è inscindibile
dall’automobile. Disumanizza
il lavoro, inquina e sfigura le periferie, uccide i centri delle città,
favorisce l’agricoltura intensiva, centralizza il capitale, ecc. La lista
dei flagelli che rappresenta è troppo lunga per essere elencata qui.
Noi
le preferiamo: prima di tutto consumare meno, l’autoproduzione alimentare
(l’orto), poi le botteghe di quartiere, le cooperative, l’artigianato.
Questo ci porterà anche a consumare meno e a rifiutare i prodotti industriali.
6. Mangiare poca carne
O meglio, mangiare vegetariano. Le condizioni di vita
riservate agli animali di allevamento rivela la barbarie tecnoscientifica della
nostra civiltà.
L’alimentazione carnea è anche un grosso problema ecologico.
E meglio nutrirsi direttamente dei cereali che utilizzare il terreno agricolo
per nutrire animali destinati al macello. Mangiare vegetariano, o comunque
mangiare meno carne ci porta anche una miglior igiene alimentare, meno ricca
in calorie.
7. Consumare prodotti locali
Quando si compra una banana delle Antille, si
consuma anche il petrolio necessario al suo trasporto verso i nostri paesi
ricchi. Produrre e consumare localmente è una
delle condizioni migliori per entrare nel movimento di decrescita, non in senso
egoistico, chiaramente, ma al contrario perché ogni popolazione ritrovi
la sua capacità di autosufficienza. Per esempio, quando un contadino
africano coltiva delle noci di cacao per arricchire qualche dirigente corrotto,
non coltiva di che nutrirsi e nutrire la sua comunità (vedere il testo “Dieci
forti obiezioni al commercio equo” http://ecolo.asso.fr/textes/20020314equiit.htm).
8. Politicizzarsi
La società dei consumi ci lascia la scelta: tra Pepsi-Cola e Coca-Cola
o tra caffè Lavazza e caffè “equo” di Max Havelaar.
Ci lascia delle scelte da consumatori. Il mercato non è né di
destra, né di centro né di sinistra: lui impone la sua dittatura
finanziaria avendo come obiettivo di rifiutare qualunque contraddittorio o
conflitto di idee. La realtà sarà l’economia: gli umani
si sottomettano. Questo totalitarismo è paradossalmente imposto in nome
della libertà, di consumare. Lo status di consumatore è addirittura
superiore a quello di essere umano..
Noi preferiamo politicizzarci, come persone,
nelle associazioni, nei partiti, per combattere la dittatura delle fabbriche.
La democrazia esige una conquista
permanente. Muore quando viene abbandonata dai cittadini. E’ ora di propagare
l’idea della decrescita.
9. Sviluppo della persona
La società dei consumi ha bisogno di consumatori servili e sottomessi
che non desiderino più essere degli umani a tutto tondo. Questi non
possono più esistere che grazie all’abbrutimento, per esempio
davanti alla televisione, ai “divertimenti” o al consumo di psicofarmaci
(Prozac…)
Al contrario, la decrescita economica ha come condizione uno sviluppo
sociale ed umano. Arricchirsi sviluppando la propria vita interiore. Privilegiare
la
qualità della relazione con se stessi e con gli altri a detrimento della
volontà di possedere degli oggetti che a loro volta vi possiederanno.
Cercare di vivere in pace, in armonia con la natura, non cedere alla propria
violenza, ecco la vera forza.
10. Coerenza
Le idee sono fatte per essere vissute. Se non siamo capaci di metterle in
pratica, serviranno solo a far vibrare il nostro ego. Siamo tutti a bagno nel
compromesso,
ma cercheremo di tendere alla maggior coerenza. E’ la scommessa della
credibilità dei nostri discorsi. Cambiamo ed il mondo cambierà.
Questa
lista sicuramente non è esaustiva. A voi completarla. Ma se
non ci impegniamo a tendere verso la ricerca della coerenza, ci ridurremo a
lamentarci ipocritamente sulle conseguenze del nostro stile di vita. Evidentemente
non c’è un modo per vivere “immacolati” sulla Terra.
Siamo tutti a bagno nel compromesso, e va bene così.